il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

23 gennaio 2012

Liberté, Égalité, Fraternité

misfatto-montiCementificazione che avanza anche nel nostro piccolo paesello? Pfui! Bazzecole! L’ipno-liberismo rimetterà in piedi l’economia e ci farà ingoiare le nuove pillole senza alcun aiuto zuccherino di quella badante precaria di Mary Poppins.  


Tutto programmato:
FASE UNO: Affondare la nave-Italia con leggerezza, sotto sotto di nascosto alla gente, senza avvertire la capitaneria.
FASE UNO E MEZZO: Minimizzare il dramma europeo concentrando il malcontento e l’attenzione su problemucci secondari (abbiamo recuperato autorità agli occhi della Merkel e di Sarkozy... State tranquilli è solo un piccolo blackout, un po’ di pazienza e disagio e poi rimettiamo tutto a posto... )
FASE DUE: Salvare i massimi ufficiali e allontanarsi prima dell’affondo completo
 
Ma a quanto pare qualcheduno da Sud ha avvistato la scialuppa di questi furbi e gli sta gridando col forcone: “tornate a bordo per le manovre di salvataggio!”.
 
Natura, turismo, qualità agroalimentare, polmoni verdi... Chi se ne frega più? Mani alle chiappe: Monti ha trasformato le pillole di Mary Poppins in tante belle suppostine.
 
La rivolta in Sicilia si sta allargando anche alla Calabria. E qui nel profondo Nord? Tutto benone?
Il patrimonio agricolo è l’unica vera ricchezza che ci rimane. Però lo distruggiamo con deforestazioni, scavi, cementi, trivelle, inquinamento. Lo screditiamo, lo impoveriamo e dirottiamo i suoi lavoratori verso false città promesse di fabbriche e smog, inevitabilmente destinate a stritolare tutto in crisi cicliche e capricci di mercato. I prodotti agricoli perdono valore e subiscono i contraccolpi di una formidabile “libera” concorrenza mondiale sleale e senza regole.


Striscione2 Movim.ForconiOltre al blocco delle pensioni, l’aumento delle tasse, dei carburanti, la decurtazione e la precarizzazione dei posti di lavoro del settore industria, commercio, terziario, oltre alla liberalizzazione sfrenata della concorrenza nel momento più alto di crisi (= guerra fra poveri), si può fare di più??
 
Yes, Mario can!
 
Queste le ultime strategie governative che hanno fatto levare i forconi, citate da un chiaro articolo di un blog:
1) Aumento considerevole delle accise sul gasolio, e ciò ha un peso su tutti i costi di trasporto e sui costi per le operazioni colturali meccanizzate (l’agricoltura moderna è basata sul gasolio);
2) Istituzione dell’IMU (una nuova tassa mai esistita prima dalla creazione del catasto nel 1938) sui fabbricati agricoli, comprese stalle, fienili e depositi attrezzi;
3) Aumento delle aliquote sulle rendite catastali dei terreni agricoli (+45%);
4) Aumento dei contributi previdenziali obbligatori INPS per imprenditori agricoli e coltivatori diretti;
5) Aumento dell’età pensionabile;
6) Aumento dell’IVA che si ripercuote sull’acquisto delle attrezzature;
7) Definitiva approvazione del Sistri (questo un lascito della Prestigiacomo), un complicatissimo e sofisticatissimo sistema di controllo satellitare per i rifiuti speciali i cui oneri finanziari gravano sui controllati.
8) In prospettiva probabile aumento dell’IVA ordinaria ed agricola da ottobre 2012 (già praticamente previsto), e nuovo aumento delle accise sul gasolio dal 2013.
 
Proviamo pure a indebolire la forza di questa causa appellandoci alle presunte losche infiltrazioni di questo movimento rivoluzionario, ma riflettiamo:
-Ok, non si può sempre dar retta al Sud che vive di clamore, vittimismo e sussidi d’emergenza
-Ok, la Sicilia è lontana e tra l’altro gode già di enormi privilegi
-Ok, quando tocchi una casta questa strilla, ma sino a che la cosa non ci riguarda...

Ma stiamo davvero bene? La Sicilia non siamo un po’ tutti noi? L’Italia non è a Sud dell’Europa?

In fondo siamo una squadra e i nostri stipendi sono tutti correlati come le tessere di un domino: e se grazie alle “liberalizzazioni” le aziende agricole chiudono, i soldi in tasca svaniscono, l’industria delocalizza e il commercio monopolizza? I prezzi si abbasseranno sì, ma solo perché il nostro tenore di vita sarà ridotto allo stremo!   
 
Sarà poi così bello “tornare indietro” alla fame e alla fatica nera dei “bei tempi d’una volta”, come molti si auspicano? La gioventù d’allora ci porta a desideri illusori. Il senso di impotenza e incapacità a mutare le cose in meglio nel presente e nel futuro convince molti che l’unica soluzione sia uno sconsolato “mal comune, mezzo gaudio”…
 
Dei tre principi della grande rivoluzione francese il primo (libertà) è stato oramai abusato e frainteso, poiché fagocita tutti i piccoli e deboli. Il secondo (uguaglianza) viene  oramai messo a servizio di questa libertà distorta e fasulla, per schiacciare ogni cosa attorno ai pochi eletti dei poteri  finanziari. Il terzo (fratellanza), al momento ancora lettera morta, rimane ora unica speranza:  forse potrà lluminare di buon senso ogni norma e ristabilire giusta equità e proporzioni nell’esercizio della libertà e delle liberalizzazioni, salvaguardando la dignità dei territori e cittadini di ogni grado.
 
il merlo
 
  


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